Intorno alla metà degli anni 90 la configurazione tipica per un PC adatto ad applicazioni di uso comune e giochi era: motherboard VESA Local Bus, CPU 486DX2 a 66MHz, 8/16MB di RAM, 128/256KB di cache L2. L'i486DX2-66 era molto diffuso e costruttori tra cui AMD, Cyrix, IBM, Texas Instruments divennero competitors di Intel realizzando CPU più o meno performanti.
A partire da una motherboard Socket 3 ricostruiamo un PC 486 completo con Sistema Operativo MS-DOS adatto per l'utilizzo di Windows 3.1 e della maggior parte degli applicativi tipici di quegli anni.
Rimozione batteria e preparazione motherboard
La motherboard è una A-TREND ATC-1762 VLB in ottime condizioni: supporta CPU con voltage 5 Volt e RAM a 30 pin e a 72 pin.
Come prima operazione rimuoviamo la batteria ormai scarica della CMOS. Comunque, a prescindere dallo stato di carica, la batteria viene rimossa per evitare perdite di acido che potrebbero danneggiare le piste della motherboard rendendola totalmente inutilizzabile (è frequente trovare schede di quell'epoca con questo tipo di problema).
In sostituzione installiamo un battery holder per batterie bottone di tipo CR2032 più versatili e sicure. Anche se la batteria originale è da 3.6 Volt, la nuova batteria al litio da 3 Volt è sufficiente per evitare la perdita delle informazioni salvate nella CMOS quando il PC viene spento o scollegato dall'alimentazione esterna.
Saldiamo i fili rispettando le polarità e, poichè è previsto, impostiamo il jumper JP42 su 2-3 (lithium battery).
Incremento cache L2, installazione RAM e CPU
La motherboard ha 128KB di memoria cache L2 in 4 chip 28 pin ISSI 15ns più il tag ram. Poichè l'area cache è importante per le prestazioni complessive, procediamo con il raddoppio della memoria. Effettuando una ricerca negli store online riusciamo a recuperare per pochi euro 8 nuovi chip 28 pin Winbond 20ns e il tag ram abbinato per un totale di 256KB. Rimuoviamo quindi i 4 chip e il tag ram e installiamo i nuovi 8 più il tag ram. La configurazione dei jumper per la nuova cache è ben serigrafata sulla motherboard. Successivamente eseguiremo un test con l'utility cachechk di Ray Van Tassle per verificare se è tutto ok.
Per la RAM usiamo un modulo SIMM 72 pin da 16MB 70ns: lo inseriamo nel banco SIM5 dopo aver pulito i contatti con un panno imbevuto di acetone per rimuovere eventuali tracce di grasso.
A questo punto possiamo installare CPU e dissipatore. Utilizziamo l' Intel 486DX2 a 66MHz Enhanced version con 8KB di cache L1 Write-Back: questa architettura produce un ulteriore incremento di prestazioni rispetto alla versione Write-Through in quanto lo scambio dati tra il die e la cache è gestito da un algoritmo che impiega un bit specifico ( dirty bit) per determinare se e quando scrivere i dati nella cache (L1 o L2) o nella RAM esterna. Installiamo quindi la CPU nel Socket 3 ZIF e il dissipatore con ventola. Anche la configurazione dei jumper per questa CPU è ben serigrafata sulla motherboard, verifichiamo la correttezza di FSB (33MHz, JP26, JP33 e JP36) e tipologia di processore (Intel, JP13, JP15 e JP17). La motherboard è ora pronta per essere montata nel case.
Preparazione all'assemblaggio
Gli strumenti necessari sono un paio di cacciaviti e delle pinze a becco. Prepariamo un po' di viti per fissare le componenti e i cavi flat per i dischi. Il case è originale del 1993, brand Stakar. L'alimentatore AT ha le uscite P8-P9 e i molex 4 poli per le periferiche.
Disponiamo i dadi per il fissaggio sul pannello posteriore in base ai fori sulla motherboard e inseriamo i piedini in plastica nei rimanenti fori della scheda stessa. Facciamo quindi scorrere la motherboard con i piedini nelle apposite guide e la blocchiamo con le viti sui dadi montati in precedenza sul pannello. Rimontiamo il tutto sul case e colleghiamo l'alimentazione: i cavi P8-P9 vengono collegati alla motherboard con la regola black-to-black (ovvero nero-nero adiacenti, o anche black-on-center). A questo punto passiamo all'assemblaggio delle periferiche e dei dischi.
Assemblaggio periferiche e dischi
Installiamo un floppy drive per dischi da 3.5 pollici, un floppy drive per dischi da 5.25 pollici e un lettore CD-ROM 24x. Utilizziamo come hard disk un QUANTUM Trailblazer da 850MB: lo blocchiamo con le viti nell'apposita slitta e fissiamo l'insieme al case.
Passiamo ora alle schede VLB e ISA 16 bit: il controller dischi PTI 255W viene inserito nello slot Vesa Local Bus Master, la scheda video CIRRUS LOGIC CL-GD5426 nello slot Vesa Local Bus Slave. Installiamo anche una scheda audio Sound Blaster 16 in uno slot ISA 16 bit.
A questo punto possiamo collegare tutte le alimentazioni, i cavi flat e quelli del pannello anteriore. Colleghiamo l'hard disk sull'uscita IDE0 e i lettori floppy in cascata sull'uscita FDC del controller. Riserviamo l'uscita IDE1 per un eventuale secondo hard disk. Colleghiamo quindi il lettore CD-ROM sull'uscita IDE della Sound Blaster (il driver MSCDEX installato successivamente si occuperà di rilevare correttamente il lettore). I cavi flat vengono tutti orientati con la regola red-one (il rosso sul pin 1).
Colleghiamo anche i cavi del pannello anteriore sulla motherboard: power, reset, keylock e speaker (il jumper turbo-deturbo è disabilitato su questa motherboard) e il led hard disk sul controller. Il display numerico a LED viene configurato sul 66 manualmente tramite i jumper posteriori.
Boot
Dopo aver effettuato un reset della CMOS con il jumper J6 su 3-4 e collegato alimentazione esterna, monitor e tastiera proviamo il boot: il sistema si avvia correttamente. Nel BIOS eseguiamo un "Load Setup Default" per caricare i valori ottimali della CMOS, quindi impostiamo nel chipset la modalità di utilizzo della cache L1 della CPU in WB mode. Procediamo con l'auto rilevamento dei dischi e utilizziamo la modalità LBA (Logical Block Addressing) poichè l'hard disk supera i 512MB. Dopo aver salvato i dati, il sistema effettua un reboot.
Nel riepilogo dell'Award BIOS verifichiamo la correttezza di CPU, RAM, cache (256KB) e dischi. Come atteso, il messaggio dopo il POST indica l'assenza del Sistema Operativo sull'hard disk.
Eseguiamo un test di boot con un floppy disk di MS-DOS avviabile: nessun problema viene rilevato fino al prompt dei comandi A:\> Conclusioni
La parte di assemblaggio hardware del PC 486DX2 Vesa Local Bus è completata, il PC si avvia ma occorre installare il Sistema Operativo. Nella seconda parte ( PC 486DX2 VLB Rebuilding parte II: Software) procederemo con l'installazione del software: Sistema Operativo MS-DOS, drivers, applicazioni e utility. |